La Repubblica di Croazia ha una lunga tradizione di attività venatorie con località attrattive e una varietà ricca di selvaggina. Il modo di cacciare moderno ha origine in Croazia nel 1881, mentre fino ad allora aveva una duplice natura. I contadini e la popolazione più povera si occupavano di caccia come fonte di sostentamento mentre una parte minima rappresentata dagli aristocratici vedeva la caccia come uno svago e divertimento, necessario tra l’altro a mantenere uno status sociale elevato.
Nel 1881 il Governo della Repubblica di Croazia e Slavonia ha confermato con la sua decisione le “Regole” scritte dalla “Società per la difesa della caccia nel regno di Croazia e Slavonia”, mentre nel 1882 la società rilascia la pubblicazione “Gazzetta della prima società generale per la caccia e pesca”. Anche prima delle succitate attività c’erano dei centri venatori ben organizzati grazie a singole persone o all’elite del momento che grazie alle loro conoscenze nel campo hanno dato un valido contributo allo sviluppo della caccia in Croazia.
La posizione geografica e le ottime condizioni naturali permettono la caccia di diverse specie di selvaggina su tutto il territorio della Croazia. Nelle località di pianura della Croazia orientale, della Slavonia e Baranja, è possibile la caccia ai cervi, caprioli e cinghiali nonché selvaggina di piccolo taglio. Anche nella Croazia centrale si cacciano tutte le specie già menzionate, mentre nel territorio della Lika e del Gorski Kotar è possibile la caccia dell’ orso e al gallo cedrone. Nel territorio del Primorje e Dalmazia è di grande interesse la caccia al camoscio e muflone, ad alcune particolari specie di pennuti selvaggi che si trovano ad altezze maggiori rispetto al livello del mare, alla pernice, al gallo cedrone e alla coturnice. Per tutti i territori sopra elencati, accanto alle specie animali, viene specificata la modalita` di caccia, le tradizioni venatorie, la razza di cani ed altro.
